Il Sistema integrato di valutazione dell’accessibilità ha origine nel progetto della Regione Friuli Venezia Giulia “Laboratorio Accessibilità Domotica Innovazione - LADI” per la messa a punto di un sistema di valutazione dell’accessibilità svolto dall’Area Welfare di Comunità, che ha avuto come riferimento scientifico il Centro Collaboratore Italiano dell’OMS per la famiglia delle classificazioni internazionali e la partnership de: “JaTerveydenHyvinvoinninlaitos - THL” (National Institute for Health and Welfare - Finlandia) con la supervisione scientifica del prof. Matti Ojala.
All’attività di ricerca sono state affiancate sperimentazioni applicative sul territorio regionale con il supporto di una rete di partner istituzionali locali che ha accompagnato l’intero percorso e ha attivamente collaborato per la realizzazione di tutte le fasi di progetto: Federsanità ANCI e ANCI FVG, le Amministrazioni Comunali di Trieste e Sacile, l’Azienda pubblica di servizi alla persona ITIS di Trieste, la Consulta Regionale delle Associazioni delle persone Disabili e delle loro famiglie del Friuli Venezia Giulia.
Il sistema adotta la definizione sistemica di accessibilità riportata in premessa, che si sviluppa attraverso una terminologia descrittiva dell’ambiente costruito – e che ne è parte integrante – che si relaziona in modo dialettico con le funzioni, le strutture corporee, le attività e comportamenti umani: una lista di riferimento definita sui profili di utenza basati sull’ICF.
Il sistema, altresì, per il riferimento ai profili di utenza, parte dall’assunto che l’accessibilità non può essere valutata in termini assoluti, ma misurata per livelli sulla base delle caratteristiche dei fruitori e delle condizioni ambientali: questo approccio mentale, oltre a permettere risultati di maggior rilevanza sul piano scientifico, evita posizioni di tipo ideologico che talvolta ostacolano la rimozione che ci si prefigge delle barriere.
Lo stesso approccio mentale non può prescindere dalla prospettiva dell’Universal Design, senza la quale il progetto non può essere informato dall’accessibilità come “sapere”, come ratio per garantire i diritti di inclusione e partecipazione sanciti dalla Convenzione ONU.
Per approfondimenti: